Per co-housing si intende quell’insieme di interventi realizzati con l’obiettivo di contribuire alla diffusione di una nuova cultura dell’abitare. I principali destinatari sono coloro che stanno cercando una soluzione abitativa alternativa e temporanea, come ad esempio persone che lavorano e studenti fuori sede o singoli e famiglie con una vulnerabilità sociale o economica. Si tratta di progetti innovativi nati dalla collaborazione tra soggetti pubblici e privati che coniugano la qualità dell’abitare, la diversità delle esigenze e la necessità di risposte diversificate.
La prima piattaforma italiana che si è occupata di co-housing è “ioabitosocial”.
In questa piattaforma basta inserire il nome della città e usciranno tutte le tipologie di co-housing disponibili su quel territorio.
Per quanto riguarda il territorio ligure, a Genova ci sono diverse realtà che si occupano di co-housing:
- Casa della Maddalena
- 18 anni… e poi? Alloggio giovani e Alloggio sociale
- La casa sostenibile
- Abitare Prato
Tutti questi progetti si rivolgono a persone in “stress abitativo”, ovvero persone che stanno attraversando un periodo di difficoltà per esempio economica, sociale o familiare.
Molto interessante è come il co-housing si rivolga a tutti. A tal proposito merita attenzione il progetto “To Housing” che accoglie persone LGBT di tutte le età e condizioni diverse (giovani che non sono accettati dalle famiglie, immigrati e rifugiati omosessuali, anziani LGBT in condizione di solitudine).
Sicuramente per una buona riuscita del co-housing non basta solo avere case e terreni disponibili. E’ necessario che il gruppo dei co-housers sappia affrontare anche le crisi che potrebbero venire a crearsi e per fare ciò è di fondamentale importanza la figura di un facilitatore che, durante gli incontri di monitoraggio, favorisca un clima di discussione costruttiva.