23 giugno – 8 ottobre 2017
Vivian Maier era un nome pressoché sconosciuto fino ad una decina di anni fa. Sarebbe rimasto presente probabilmente solo nel ricordo dei bambini che aveva accudito come tata negli anni Cinquanta e Sessanta, tra Chicago e New York. E invece, grazie ad una fortunata serie di coincidenze, oggi è uno dei nomi più celebrati e amati della fotografia contemporanea.
Palazzo Ducale ospita nella Loggia degli Abati la retrospettiva dedicata a Vivian Maier, con oltre 120 fotografie in bianco e nero, una selezione di immagini a colori e alcuni filmati in super8 che mostrano come la Maier si avvicinasse ai suoi soggetti. E’ infatti questo uno dei tratti peculiari della sua fotografia: uno sguardo partecipe e distaccato al tempo stesso, a volte discreto, altre volte dissacrante. Un approccio sensibile e curioso, attento ai dettagli, alle imperfezioni, capace di documentare il reale restando nell’ombra. Era un’autodidatta, e le sue fotografie non sono mai state esposte né pubblicate mentre era in vita, la maggior parte dei rullini non sono mai stati sviluppati. Oggi proprio quelle fotografie costituiscono il racconto di un’epoca, un ritratto (non in posa) dell’America del dopoguerra. I soggetti sono bambini, anziani, lavoratori, donne: persone che Vivian Maier incontrava per la strada e immortalava con la sua inseparabile Rolleiflex, sapendo restare nascosta pur stando in mezzo alla gente.
http://www.palazzoducale.genova.it/vivian-maier/